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Il rating bancario e il suo monitoraggio

L’emergenza Covid sta costringendo molte imprese ad incrementare il proprio indebitamento bancario. L’equilibrio della finanza aziendale e la gestione di un corretto rapporto banca-impresa diventeranno pertanto fondamentali per una sana gestione aziendale.

Ormai costantemente le imprese si trovano ad essere giudicate e valutate dai propri istituti di credito. Le banche, nell’approcciare il rapporto con le imprese, effettuano un’analisi economico-finanziaria per la valutazione del cosiddetto “merito creditizio”.

Si tratta di un vero e proprio giudizio, un voto sulla capacità dell’impresa di far fronte ai propri impegni.  Il merito creditizio viene tradotto in un punteggio denominato “rating” (per le banche di maggiori dimensioni, dove al rating viene associato un rischio di default validato dalla banca d’Italia) o “scoring” (per le banche più piccole).

Monitorare il rating è fondamentale perché un peggioramento dello stesso ha conseguente immediate per l’impresa:

  • Difficoltà di ottenere nuova finanza;
  • Rischio di riduzione o di revoca degli affidamenti in essere;
  • Aumento del costo degli affidamenti concessi.

Gli istituti di credito in particolare verificano costantemente il manifestarsi di possibili “stati di rischio”. Si possono individuare tre eventi rilevanti:

  1. Il peggioramento del rating sotto una soglia critica (secondo l’approccio IRB internal ratings-based);
  2. Il manifestarsi di “past-due” ossia di sconfini;
  3. La classificazione dell’impresa nella categoria di “inadempienza probabile”.

Monitoraggio del rating

La banca analizza le performance del cliente da diversi punti di vista:

  • Analisi quantitativa, tramite l’analisi dei dati di bilancio, storici e prospettici;
  • Analisi andamentale, cercando di capire se l’impresa utilizza correttamente i fidi disponibili (se l’autoliquidante “gira”, se c’è equilibrio tra tipologia delle fonti e tipologia degli impieghi ecc.), valutando il volume complessivo dell’indebitamento e analizzando la reddittività generata dall’impresa, anche grazie all’effetto di leverage;
  • Analisi qualitativa, con verifica della natura e caratteristiche dell’impresa, dell’appartenenza ad un gruppo, del rapporto con i competitors, della corporate governance ecc.

Tutte e tre queste dimensioni di analisi sono considerate per formulare il punteggio di rating. Indicativamente l’analisi qualitativa pesa nel giudizio per circa il 5-10%. Nelle aziende di medio/grandi dimensioni le altre due dimensioni si equivalgono nel peso del giudizio, mentre nelle aziende più piccole (in ipotesi con un fatturato inferiore a 5 milioni) l’analisi andamentale diventa prevalente.

L’analisi andamentale viene effettuata dalla banca mediante:

  • Analisi delle forme di affidamento “rotative” e quindi mediante analisi del corretto utilizzo delle fonti (equilibrio patrimoniale) e della sufficiente movimentazione dei fidi (“rotazione”);
  • Analisi delle forme di affidamento “rateali”, quindi valutando la capacità di rimborso dei prestiti a medio/lungo (attraverso l’analisi dei flussi di cassa o di strumenti quali il DSCR, debt service coverage ratio);
  • Analisi della situazione debitoria totale: quindi con analisi del livello di indebitamento rispetto ai mezzi propri (equilibrio finanziario) e verifica se la reddittività aziendale è sufficiente per il rimborso (equilibrio economico).

Lo sconfinamento o “past due”

Un aspetto molto delicato è il manifestarsi di sconfinamenti rispetto agli affidamenti concessi dalla banca. Lo sconfinamento si può manifestare ad esempio in caso di rate di mutuo scadute da oltre 90 giorni, oppure in caso di sconfino continuativo degli affidamenti a breve per almeno 90 giorni. Per il monitoraggio dello stato di utilizzo dei fidi uno strumento estremamente utile è la Centrale Rischi della banca d’Italia.

L’inadempienza probabile

Al manifestarsi di past-due (ma può essere sufficiente un peggioramento dell’andamentale dell’azienda) la società potrebbe essere classificata come soggetto con “inadempienza probabile”. La banca in questo caso ritiene che l’azienda, senza l’escussione di eventuali garanzie, non sia più in grado di far fronte ai propri impegni.

In questo scenario diventa importante il ruolo del consulente aziendale che deve saper monitorare il rating delle proprie aziende, intercettando per tempo eventuali segnali di criticità, che possono manifestarsi dapprima con un rallentamento dei flussi e dei volumi e, nei casi più gravi, nel manifestarsi di sconfinamenti in conto.


Post scritto da:
Dott. Alessandro Pegoraro

Dottore commercialista e revisore legale

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